Che cosa sono i Living Labs sulla salute del suolo
I living labs vengono definiti come “ecosistemi di ricerca e innovazione, che coinvolgono gestori del territorio, istituzioni, ricercatori, imprese e altri stakeholders nel processo di co-progettazione, sperimentazione, monitoraggio e valutazione di nuove soluzioni volte ad affrontare le attuali sfide sul suolo, in contesti reali, al fine di accelerarne l’adozione”. Le soluzioni possono essere, ad esempio, nuove pratiche di gestione sostenibile del suolo, per mitigare e/o adattarsi ai cambiamenti climatici, o adeguamenti di pratiche esistenti necessarie per affrontare vincoli locali.
Struttura dei Living Labs
Una caratteristica essenziale della metodologia dei Living Lab è l’approccio incentrato sull’utente, con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati alla tematica di interesse e degli utenti finali. Anche se gli attori specifici variano a seconda del focus, dell’obiettivo e del contesto del singolo Living Lab, i partecipanti possono essere classificati secondo le categorie seguenti, rappresentative di tutti i membri della società:
- Imprese: agricoltori e proprietari terrieri, consulenti agricoli, appaltatori, ricercatori, aziende del settore agroalimentare, investitori etc.
- Istituti di ricerca: ricercatori, organizzazioni governative, università etc.
- Cittadini, società civile e utenti: ONG, gruppi di cittadini e movimenti locali, regionali e nazionali.
- Governo e settore pubblico: locale, regionale e nazionale.
Modalità di azione
Il concetto o la tecnica innovativa sviluppati nell’ambito del Living Lab sono inizialmente supportati da un’evidenza scientifica, derivata da sperimentazioni attive presso siti di ricerca a lungo termine (Long Term Experiments – LTE), che ne dimostrino i vantaggi in termini di aumentata salute del suolo. Solitamente gli LTE sono rappresentati da enti di ricerca, che gestiscono, implementano e monitorano gli effetti delle attività sperimentali nel LL.
Tali tecniche devono però rispondere anche al requisito di essere applicabili ed efficaci in contesti produttivi reali mediante monitoraggio presso aziende agricole rappresentative denominate “faro” (Lighthouse farms – LHF). Queste ultime rappresentano luoghi di dimostrazione di soluzioni su scala reale, oltre che di formazione e comunicazione, che sono esemplari per le loro prestazioni in termini di miglioramento della salute del suolo. Solitamente le LHF sono rappresentate da aziende agricole rappresentative di specifici contesti pedoclimatici, che possono essere incluse nel living lab o essere situate al di fuori dello stesso.
Per maggiori approfondimenti sui living labs è possibile consultare le seguenti pubblicazioni
- Agricultural Land Use
- European Missions “A soil Deal for Europe” – Implementation plan
- Factsheets Nati00ns
Di seguito, un elenco dei Living Lab operativi sul territorio nazionale.
LOMBARDIA
Modelli innovativi e sostenibili di gestione del suolo
- contatti: livinglabsuolo@ersaf.lombardia.it
BASILICATA
AGROFORSYLL (AGROFORrestry SYstem Living Lab – Laboratorio interattivo basato sull’introduzione di sistemi diversificati agroforestali)
- pubblicazione scientifica: https://www.mdpi.com/2071-1050/13/10/5532
- contatti: Corrado Ciaccia (CREA) corrado.ciaccia@crea.gov.it; Mariangela Diacono (CREA) mariangela.diacono@crea.gov.it
LAZIO
CORSA: Co-design of ORganic fruit Systems through Agroecology, in collaborazione con i progetti PERILBIO (nazionale) e SOMMIT (EJP soil)
- pubblicazione scientifica: https://www.mdpi.com/2071-1050/11/24/7138
- contatti: Corrado Ciaccia (CREA) corrado.ciaccia@crea.gov.it
Living lab for agro-ecology and climatic neutrality in marginal areas
Università degli Studi della Tuscia – Viterbo (Italia)
- contatti: Prof.ssa Rita Biasi (DIBAF – Dipartimento per l’innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali) biasi@unitus.it
Attività di ricerca: Modelli di agricoltura multifunzionale per la transizione agro-ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle piccole isole del Mediterraneo.
Caratterizzazione della fertilità fisico-chimica e biologica di suoli di agrosistemi di aree marginali, in particolare le piccole isole del Mediterraneo, e correlazione con le variabili fisiologiche di colture tradizionali (vite, olivo, legumi) in risposta alla variabilità del microclima e alla tipologia di conduzione agronomica.
Area di studio LL: Ventotene (LT)
Progetto: PNRR Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura (Agritech) – SPOKE 7, Modelli integrati per lo sviluppo delle aree marginali per promuovere sistemi di produzione multifunzionali che migliorino la sostenibilità agro-ecologica e socioeconomica; TASK 7.1.4 Living lab e casi studio per la transizione agroecologia e la neutralità climatica in aree marginali e/o a rischio di erosione.
Durata: Settembre 2022-Agosto 2025
PIEMONTE